Qualche tempo fa, viaggiando in treno, ho
notato una ragazza che guardava il suo iPad: nulla di strano, se non che, nel
frattempo, era intenta a lavorare a maglia.
Avrei voluto fotografarla, per catturare in
un’immagine il connubio tra la velocità con la quale oggi le informazioni ci
raggiungono -e che alla stessa velocità rincorriamo- e la lentezza di un
lavoro antico, riscoperto forse proprio per “ridarsi il tempo”.
Ritrovare il tempo: è quello che accade nei knit cafè di tutto il mondo, luoghi in cui insieme ai ferri si incrociano racconti ed esperienze. Palazzo Madama da cinque anni è uno di questi luoghi. Le knitters lavorano nelle sale e danno vita alle creazioni della linea Madama Knit per il bookshop del Museo.

Il museo è lo spazio che custodisce la memoria, la apre al pubblico e ospita un “movimento”: di persone, idee e conoscenze. Madama Knit nel 2010 aveva preso a prestito un passo di Marisa Fenoglio: “Ho capito che cos’era quello che mi mancava: l’appartenenza. Me la sono sempre immaginata come una coperta che tiene caldo”.
Nel 2013 questa coperta è diventata realtà.
Da sabato la vedono tutti i torinesi e i turisti che attraversano il centro
della città: 11 grandi stendardi tricottati a mano rivestono la facciata medievale
di Palazzo Madama affacciata su via Po.

Patrizia Asproni
Presidente Fondazione Torino Musei